Anna, aresina partita col marito Emmanuele per Totora /Perù

Carissimi,                       Cuzco 14.12.2019
 
sono ancora a Cuzco e tra tre giorni finalmente scendo a Totora… ho voglia di andare a dare una mano nelle ultime settimane frenetiche di chiusura del taller e dell’Avvento. Non sono ancora al pieno delle forze ma spero nel mio piccolo di riuscire a fare qualcosa di bello per la gente e per i poveri in vista del Natale… significa per me preparare qualcosa di buono da mangiare, dare i regali alla gente e riprendere in mano la casa… niente di speciale e grande ma è un po’ quello che aiuta a farsi sentire accolti. Com’è stato per me stare a casa con voi in questi mesi: trovare sempre qualcosa di buono da mangiare ed una casa accogliente in cui stare volentieri.
Sicuro a Natale sentiremo un po’ di nostalgia però mi rendo sempre più conto che siamo fortunati ad avere quello che abbiamo e bisogna che regaliamo anche ad altri i nostri doni. Mentre sono qui a Cuzco vedo passare diversi ammalati dalla nostra casa: è la disgrazia più grande qui stare male e certe volte ti sembra proprio che piova sempre sul bagnato. E’ stata qui una settimana una ragazzina di 14 anni che si chiama Ruth: è un po’ ritardata, figlia di mamma con ritardo mentale. Passa il tempo a colorare e disegnare come i bambini dell’asilo… è qui con noi perchè è stata violentata ed è rimasta incinta… ha partorito un mese fa ed ora questo bimbo lo sta curando la coppia di italiani della missione in cui vive anche lei, verso Vilcabamba. E purtroppo non è finita: ora è qui per fare accertamenti perché sembra che le abbiano trovato un tumore al cervello….sono senza parole… vite assurde e una gran solitudine nel vivere la malattia; se non ci fossero le case del Mato Grosso cosa farebbe questa gente? E comunque non arriviamo dappertutto…..
Per curarsi poi ci vogliono tantissimi soldi; la gente si indebita e il servizio non è comunque alla pari delle nostre aspettative.
L’altro giorno è arrivata un’altra famiglia a chiederci aiuto per un loro figlio: ha 17 anni e gli avevano trovato vari tumori alla colona vertebrale; l’hanno operato 5 volte e ne è uscito completamente paralizzato e senza speranza di vita…. che disperazione…. forse a Lima l’avrebbero curato diversamente… e come fare con i soldi?
Ecco, oltre la sofferenza c’è il peso di uno stato che non sostiene, né aiuta questa povera gente.
Ecco che allora mi viene da pensare che di fronte a queste persone c’è solo da fare silenzio, rimboccarsi le maniche e fare il possibile per regalare loro qualche sorriso e un po’ di pace e amore….
da Totora Anna ed Emmanuele